La prefazione che non leggerete mai...

La prefazione che non leggerete mai...

Questa era la prefazione originale de «Il Business Liquido non è una scelta» che il correttore di bozze e l'editor Rizzoli hanno cassato perché non la trovava rispettosa; per me non era un problema: nessuno legge mai le prefazioni dei libri, abbiamo tutti troppa fretta. Quindi mi sembra sfizioso pubblicarla nel web, dove non si potrà cancellare più, neanche volendo.

Mentre scrivo questa prefazione sto chiudendo la telefonata col mio editore. Ero preoccupatissimo perché questo libro, da contratto, avrebbe dovuto avere molte meno pagine e, sempre da contratto, avrebbe dovuto essere impostato come un manuale self-help per il successo facile. Il titolo che si legge nel documento che entrambi ci siamo impegnati a sottoscrivere è Business da zero. Vi dico la verità: ho barato. Lo faccio spesso ma stavolta ho tirato la corda più del solito. Non ho solo cambiato stile, ho cambiato completamente tipo di libro. Ho venduto all’editore un prodotto e gliene ho consegnato un altro. Poi ho mantenuto il segreto più assoluto senza rispettare neppure una delle fasi di consegna. «Fidati, ti manderò tutto alla fine» è stata la mia unica risposta negli ultimi mesi. Poi, quando non potevamo più farci nulla, l’ho messo davanti al fatto compiuto. Per questo ero nervoso nel fare quella telefonata. Comprendimi: sono un uomo di marketing, prima ancora che uno scrittore e il pubblico dei manuali per il successo rappresenta gli ultimi lettori seriali in circolazione rimasti all’editoria; il resto è composto da seguaci di determinati scrittori e appassionati di saghe; al contrario, nel bacino della manualistica si trovano persone abituate a leggere (che per un imprenditore come me significa «abituati ad acquistare») decine di autori diversi l’anno. Il problema – ma è un problema che riguarda esclusivamente gli appassionati di crescita personale – è che si tratta sempre dello stesso libro con titoli differenti: sono tutti scritti allo stesso modo, illustrano le loro formule per il successo, con stili a cui il lettore è già abituato, al fine di arrecare il minor disturbo possibile – meno resistenza all’acquisto – anzi, agevolando al massimo la lettura; senza mai far uscire chi legge dalla propria «zona di comfort», pur invitandolo formalmente a farlo. Io questo lo so bene, perché ne ho scritti parecchi di libri così: questa è la mia dodicesima pubblicazione, anche se per certi versi è la prima. La prima della mia seconda età adulta. La prima che non imposto come un testo di marketing, la prima in cui non mi interessa venderti qualcosa ma metterti in grado di compiere un salto. È anche il primo libro che scrivo parlando a cinque generazioni contemporaneamente, anche se, come vedremo, questo non dipende da me. Ah, è anche il primo libro che non avrà un capitolo finale incentrato sull’omaggio al lettore e baggianate simili: non restarci male, un regalo te lo faccio lo stesso ma subito, nell’introduzione, così se poi deciderai di leggere sarà perché volevi farlo e non perché ti ho corrotto con la prospettiva di un premio. Spero vivamente che questo libro ti arricchisca e ti renda una persona migliore, che aumenti il tuo spessore e che ti offra punti di vista differenti. Altrimenti siamo fottuti e io avrò tirato un pacco all’editore. Il che non sarebbe una bella cosa, perché a dire il vero, era molto felice di come alla fine è venuto il libro.

L’arroganza di chi scrive per una ragione precisa

Con questo libro voglio mostrare al lettore dei manuali self-help che esiste qualcosa di diverso e di assai più profondo rispetto alle ricette per il successo: esiste il sacrificio. Il termine «sacrificio» ha un’origine latina e deriva dall’unione dell’aggettivo sacer e del verbo facio: letteralmente significa dunque «rendere sacro». Il tempo è ciò che sacrifichiamo. Il tempo che dedichiamo a qualcosa la rende sacra. Il tempo che dedichi alla lettura di questo libro lo rende sacro: ti ringrazio. Il tempo che applichi a capire la realtà e aggiungere esperienze alla tua vita è un atto di sacrificio: stai rendendo sacro il tuo essere vivo. È tempo «libero», che non è mai sprecato, soprattutto nella società liquida. Il tempo che investi ad allargare i tuoi orizzonti, se hai spirito imprenditoriale, è l’investimento a più alto ritorno che puoi fare per te stesso e per i tuoi business, perché ti permetterà di «stampare moneta».

Voglio strappare ai formatori il loro target, non «fregandoglielo», ma facendolo «evolvere». Lo so, è arrogante detto così, sembra che io sia migliore di altri e non lo sono: sono i concetti che sto esprimendo a essere migliori di una ricetta buona per tutti per fatturare di più o fare più clienti. E questo non toglie importanza al fare denaro: semplicemente lo ricontestualizza. Come la benzina dell’auto, piuttosto che come il senso della corsa. Ed è certamente arrogante, ma è anche il modo più trasparente di dirlo. Chi scrive con uno scopo, del resto, deve essere abbastanza arrogante da pensare di poter raggiungere quello scopo, o tanto varrebbe non scrivere affatto.

Questo libro è scritto con il tone of voice e lo stile di un saggio di divulgazione: si tratta di uno stile preciso, scomodo per chi normalmente legge manuali self-help. Forse avrai l’impressione di perdere tempo, ma sarà l’opposto. Ho scelto questo approccio perché voglio parlare anche al pubblico dei lettori di saggi, e mostrare a chi si riempie di nozioni e non frequenterebbe mai un «seminario per il successo» che, nella società liquida, la differenza non la fa ciò che sai, ma ciò che fai con quello che sai. Forse dovremmo smettere di chiederci cosa spinge tutti quei cretini ricchi a farsi abbindolare dalle formulette per il successo e iniziare a capire che non sono tutti, necessariamente, dei cretini.

Buona lettura,

Lorenzo