Le 5 fasi di gioco
Paragoniamo il fare impresa a un gioco di strategia. Per prima cosa, occorre individuare quale momento della partita stiamo giocando. Come in una partita a scacchi o a monopoli, infatti, l’apertura è diversa dalla fase centrale del gioco. Se pensi di giocare tutte le fasi della partita allo stesso modo, perderai. Negli scacchi ad esempio esistono 3 fasi: l’apertura, il centro partita e la chiusura. Lo scopo dell’apertura è appunto aprire, cioè liberare gli spazi per i pezzi importanti. Lo scopo del centro partita è conquistare il centro della scacchiera. Lo scopo della chiusura è dare scacco matto all’avversario. Nel gioco dell’imprenditore non è molto diverso solo che le fasi sono cinque. I li chiamo I cinque «momenti» nella vita di un imprenditore liquido.
Il primo momento si chiama «idea».
Ti manca l’idea. Non sai cosa fare. Non hai ancora trovato la tua idea di business. In questo caso hai quattro opzioni. La prima opzione: risolvi un problema che nessuno ha ancora risolto (prima…bingo!) La seconda opzione: trova una soluzione migliore a un problema già risolto. La terza opzione: rendi la tua passione un business. Cioè trova quello che i giapponesi chiamano Ikigai. La quarta opzione per trovare l’idea è fare un copycat business e consiste nel ricreare un business esistente, migliorandolo o proponendolo in ambiti dove non è presente. Google non è stato il primo motore di ricerca e Facebook non è stato il primo social network. Affatto. Questa quarta opzione punta tutta sull’execution siccome non sei il primo, devi svolgere una corretta execution e fare in modo che sia una execution veloce. Se ti trovi in questo primo momento. Uno dei prossimi video che farò riguarderà proprio come trovare la tua l’idea giusta. Approfondendo una per una queste quattro opzioni per cui se vuoi, continua a seguirmi, metti la spunta, diventa follower…e via dicendo. Oppure cercati il video, se mi segui su Youtube farà parte della playlist 2020, questo è il primo video del 2020 siamo a gennaio quindi se è almeno febbraio 2020 lo trovi altrimenti ti toccherà aspettare.
Il secondo momento della partita prende il nome di «validazione».
Hai l’idea, ora devi realizzarla. Non è così: se hai l’idea la prima cosa che devi fare è validarla, cioè devi fare un test per capire se quell’idea è giusta. La ragione per cui prima di creare l’azienda devi fare il test è che se non lo fai rischi di perdere un sacco di soldi, un sacco di tempo e farti male. E fin qui è ovvio. C’è anche un’altra ragione: migliorare l’idea grazie ai feedback che ricevi dai tuoi primi clienti. Nella validazione, l’investimento è monitorato e a basso rischio, e ti consente di ricevere da quei primi clienti le indicazioni per migliorare l’idea. Grazie al loro feedback infatti, realizzerai quelli che in gergo si chiamano pivot, ovvero piccoli o grandi miglioramenti all’idea originale, che trasformano il progetto iniziale a qualcosa di molto più funzionale e in linea con il mercato. Per fare un esempio classico: sai perché AirBnB ha la parola«Air»? perché l’intenzione originale era quella di affittare materassini gonfiabili. È stato il mercato che gli ha suggerito di modificare l’idea di business originale e in che modo. La tua idea non deve fare la muffa nel cassetto. Non attendere di renderla «perfetta»: lo scopo di questa seconda fase della partita non è «creare il business definitivo» ma «validare l’idea e raccogliere il feedback del mercato», quindi lanciala», anche se non è pronta. Il processo alla fine dei conti è un test di mercato, puoi farlo in tanti modi ma il migliore in assoluto per me, quello che io preferisco, è il product market fit che è uno dei processi di innovazione liquida. Se ti interessa ti lascio i link nei commenti e in fondo alla pagina. Vale comunque il discorso fatto per la fase precedente: farò un video specifico sul processo di validazione attraverso la procedura del «product market fit» per cui iscriviti al canale, attiva le notifiche e lo troverai.
Il terzo momento si chiama «lifestyle company», ed è il momento in cui avvii il tuo business liquido.
Per capire questa fase devi avere chiara la differenza tra business liquido e azienda liquida, che non sono la stessa cosa…e naturalmente, neanche a dirlo, a questo dedicheremo più di un video sul canale quindi sai già cosa fare, se non lo hai fatto per le prime dire fasi, fallo per questa: attiva le notifiche, seguimi su istagram o su facebook (o visto che facciamo gli imprenditori, meglio ancora su Linkedin) i social network esistono per questo, direi che vale la pena sfruttarli per condividere qualche informazione utile. Dicevamo: hai validato l’idea, adesso devi rimboccarti le maniche e far partire l’azienda, giusto? Sbagliato! In realtà, ciò che devi fare in questa fase è studiare a tavolino un modello di business che vada in utile subito e raggiunga il break even point entro i primi mesi, possibilmente entro il primo. Ovviamente se imposti un business in modo tradizionale questa cosa non è possibile: perché hai tutta una serie di costi che ti faranno indebitare molto prima di iniziare a guadagnare i primi utili. Per questa ragione è meglio iniziare con un business liquido e solo dopo creare un’azienda liquida. Un business liquido ha due caratteristiche: è una life style company (cioè può essere gestita con poche ore la settimana) ed è un business profit first (cioè va in utile entro i primi sei mesi, solitamente dopo i primi due. Sew sei in questa fase, lo strumento col quale io avvio i miei business liquidi si chiama Liquid Business Formula®. È un percorso che ti guida passo passo, se lo vuoi studiare il link lo trovi sia in descrizione che nei commenti in basso. Ricapitolando: siamo alla terza di cinque fasi. Anche se il tuo obiettivo finale è quello di diventare una grande multinazionale, quello che devi fare adesso è creare un modello di business profit first. L’obiettivo è quello di andare a break even e fare utili nel più breve tempo possibile. La maggior parte dei business liquidi è in utile fin dal primo mese.
Il quarto momento si chiama «azienda liquida», ed è il momento in cui passi dall’avere un semplice business al possedere un’azienda.
In questa fase della partita, la tua azienda deve acquisire valore di mercato. Anche se non vuoi venderla, devi aumentarne il valore di mercato per consolidarla. Ora è poco solida, perché il suo valore è legato unicamente al fatturato. Quel fatturato costituisce certamente un asset, ma è l’unico asset del quale dispone. In pratica, dipende interamente dal volume di affari. Per questo, se la vendessi ora, riceveresti solo un multiplo del suo fatturato. Per aumentare il valore della tua azienda devi trasformarla in una asset company. Trasformare l’azienda in un asset company significa aggiungere valore nelle principali aree che compongono il business: amministrazione, management, marketing, vendite, produzione. Questo valore si aggiunge attraverso sistemi che diventano un asset per l’azienda. Se stai guardando questo video e sei un imprenditore, ovviamente ti trovi direttamente in questa terza fase. Magari stai pensando «che faccio azzero tutto e riparto dal business liquido?». No: il tuo obiettivo è giocare la terza fase della partita. Ovviamente se hai direttamente l’azienda ma non sei passato dalla fase del business liquido probabilmente hai margini più bassi e costi più elevati rispetto a chi struttura un’azienda liquida. Per gli imprenditori esiste una community dedicata che si chiama Spartans From Italy: trovi tutti i riferimenti e il link nella descrizione e nei commenti sotto il video.
Siamo arrivati all’ultimo momento: quello della Unicorn Company.
Il temine unicorno indica un’azienda valutata 1 miliardo di dollari prima della sua quotazione. Se l’obiettivo di 1 miliardo di dollari ti sembra utopico o irrealizzabile, è perché non possiedi ancora un’azienda che fattura 10 milioni e nel piano industriale punta a fatturarne 100, altrimenti non ti sembrerebbe proprio un traguardo irrealizzabile. In questa fase sei già una asset company e il tuo fatturato supera il milione di euro: è il momento devi cambiare pelle e diventare istituzionale. Per farlo, devi abbandonare il tone of voice che ti ha permesso di diventare prima un’azienda profit first e poi una asset company, e acquisire un tono istituzionale. Mantenere questo tono renderà più costoso acquisire clienti, perciò puoi passare a questa fase solo dopo essere diventato una asset company, cioè quando il tuo marketing non dipende più dalle sole campagne a pagamento. Anche come imprenditore dovrai cambiare le tue abitudini: dovrai smettere di essere uomo-azienda e dedicarti alle pubbliche relazioni. Preparati a viaggiare molto, perché scalare nella maggior parte dei casi significa diventare world wide. Nel board della tua azienda, inoltre, si dovrà parlare un linguaggio più evoluto: sempre meno in termini di produzione, vendita, marketing e profitti, e sempre più in termini rendite economiche e proiezioni finanziarie. La crescita, in questa fase, si finanzia attraverso ICO, IPO e VENTUR CAPITAL.
Ora che abbiamo chiarito le fasi della partita, se ti trovi nella fase Idea o Validazione clicca qui se ti trovi nelle altre fasi clicca qui.
Considerazioni finali
Vogliamo però lasciarti con un messaggio: siamo nel periodo peggiore per cercare un lavoro, ma nel periodo migliore per inventarci un business. La prima cosa che devi fare è capire in che fase sei tu. Ovviamente non tutti vorranno creare una asset company… alcuni saranno felici col loro business liquido; tuttavia «imparare» a giocare anche la altre fasi della partita, ti aiuterà a vincere la tua.