L’anoressia della curiosità
Se non sai che la società in cui viviamo si definisce liquida, non è una mancanza. Lo sarebbe se non vivessimo nella società liquida, ma ci viviamo, e questo significa che possiamo permetterci di ignorare le informazioni che non ci servono, finché non dobbiamo farci qualcosa. Sembra banale, ma siamo i primi esseri umani nella storia a poter godere di questo privilegio: ogni informazione è accessibile a chiunque nel tempo di una ricerca su Google. E non hai più bisogno, come in passato, di raggiungere un luogo deputato alle ricerche, per esempio una biblioteca: ti basta infilare la mano in tasca e tirar fuori lo smartphone. Questa possibilità, questo lusso, ci è stato regalato da un algoritmo, cioè da una tecnologia. Non è meraviglioso? Quando l’industriale Henry Ford fu accusato da alcuni giornalisti di essere ignorante, li sfidò a sottoporgli qualsiasi domanda venisse loro in mente dicendo che sarebbe stato in grado di rispondere in pochi minuti. I giornalisti stilarono una lista e la consegnarono. A quel punto, Ford consultò i propri consulenti al telefono e riuscì a ottenere tutte le risposte. In seguito spiegò che la sua conoscenza derivava proprio da quelle persone: non solo il suo impero economico era fondato sulle competenze altrui, ma sfruttava anche l’effetto leva del denaro per accedere ad ancora più conoscenza. Oggi tutti godiamo degli stessi privilegi di Ford, anche senza avere i mezzi di un industriale milionario. Paradossalmente, però, il livellamento alla barriera di accesso alle informazioni ha portato a un abbassamento della soglia di cultura generale. Come mai? Si tratta di autodifesa cognitiva: tendiamo a conoscere solo lo stretto necessario alla sopravvivenza e al piacere. In un’epoca satura di informazioni in cui, da quando ci alziamo al mattino a quando andiamo a dormire la sera, il nostro cervello è bombardato di stimoli, selezionarne l’ingresso è divenuto necessario per non impazzire. Il meccanismo è lo stesso con cui si avvia il processo di deframmentazione dell’hard disk per risparmiare spazio: noi deframmentiamo continuamente. Non abbiamo più il piacere della scoperta: questa anoressia di curiosità è una forma di difesa dalla bulimia informativa alla quale siamo esposti. Se prima dovevamo estrarre le informazioni dai libri e tirarle a fatica verso di noi (pull), ora sono loro che spingono verso il nostro cervello (push); il buttafuori all’ingresso è un filtro chiamato utilità. Abbiamo davvero bisogno di sapere cosa sia la società liquida e come ci siamo arrivati? No. Affatto. Più di ogni altra cosa, invece, abbiamo necessità di rispondere alla domanda sulla quale, da oggi fino almeno alla prossima era, si baserà tutta l’evoluzione del pensiero umano, e cioè: come la uso quest’informazione?